Roberto Sciarrone
5/5
Le testimonianze più antiche attestanti la presenza di un primitivo insediamento di origine vestina si trovano sul Colle della Battaglia, a sud dell'abitato, dove sono ancora ben visibili le tracce di tre fossati circolari e concentrici e di altrettante cerchia di mura che proteggevano un villaggio di cui sono stati rintracciati i resti di una grande porta d'accesso ed una piccola pusterla. Distrutto nel 324 a.c. durante la conquista ad opera del Console Bruto Decio Sceva che sottomise i vestini, come riporta Tito Livio nell'VIII libro sulla storia di Roma, venne costruito un nuovo abitato nella sottostante piana di S. Marco dove ancor oggi si scorgono i resti di un piccolo villaggio altomedievale e di una vetusta chiesa dedicata a S. Marco, ricca di epigrafi romane e di elementi architettonici romani e medievali, sede di una badia fino al 1619. Del pagus romano non si conosce il vero nome, ma gli storiografi del paese, a partire dal XIX secolo lo indicano con il nome di "Città delle Tre Corone", chiaro il riferimento ai tre fossati circolari e concentrici presenti sul colle della Battaglia.
Durante l'invasione longobarda, come molti abitati pianeggianti delle zone limitrofe, anche la "Città delle Tre Corone" venne abbandonata, o forse fu distrutta (non si hanno notizie precise in merito), in ogni caso gli abitanti decisero di incastellarsi edificando, su un impervio colle a nord dell'antico insediamento una rocca o borgo fortificato che dir si voglia denominata Ricetto ovvero ricettacolo di genti fuggiasche, che è la parte più antica di Castel del Monte. Alcuni degli antichi abitanti della "Città delle Tre Corone" non vollero lasciare la piana di S. Marco e fondarono, nei pressi della chiesa il villaggio di Marcianisci, dove tuttavia ebbero una vita alquanto grama e che abbandonarono comunque dopo qualche secolo.
Politicamente, nell'alto medioevo Castel del Monte, come altri territori circostanti, fu soggetto ai monaci Volturnensi, che facevano capo alla grande abazia benedettina di S. Pietro ad Oratorium, nella piana di Capestrano, passò quindi ai conti di Celano, agli Acquaviva di Atri, ai Piccolomini di Siena, per un brevissimo periodo ad Alessandro Sforza, ad Ottavio Cattaneo dal 1569 ed infine, nel 1579, ai Medici di Toscana. Il paese il cui nome compare per la prima volta in una bolla pontificia di e testimonianze più antiche attestanti la presenza di un primitivo insediamento di origine vestina si trovano sul Colle della Battaglia, a sud dell'abitato, dove sono ancora ben visibili le tracce di tre fossati circolari e concentrici e di altrettante cerchia di mura che proteggevano un villaggio di cui sono stati rintracciati i resti di una grande porta d'accesso ed una piccola pusterla. Distrutto nel 324 a.c. durante la conquista ad opera del Console Bruto Decio Sceva che sottomise i vestini, come riporta Tito Livio nell'VIII libro sulla storia di Roma, venne costruito un nuovo abitato nella sottostante piana di S. Marco dove ancor oggi si scorgono i resti di un piccolo villaggio altomedievale e di una vetusta chiesa dedicata a S. Marco, ricca di epigrafi romane e di elementi architettonici romani e medievali, sede di una badia fino al 1619. Del pagus romano non si conosce il vero nome, ma gli storiografi del paese, a partire dal XIX secolo lo indicano con il nome di "Città delle Tre Corone", chiaro il riferimento ai tre fossati circolari e concentrici presenti sul colle della Battaglia.
Durante l'invasione longobarda, come molti abitati pianeggianti delle zone limitrofe, anche la "Città delle Tre Corone" venne abbandonata, o forse fu distrutta (non si hanno notizie precise in merito), in ogni caso gli abitanti decisero di incastellarsi edificando, su un impervio colle a nord dell'antico insediamento una rocca o borgo fortificato che dir si voglia denominata Ricetto ovvero ricettacolo di genti fuggiasche, che è la parte più antica di Castel del Monte. Alcuni degli antichi abitanti della "Città delle Tre Corone" non vollero lasciare la piana di S. Marco e fondarono, nei pressi della chiesa il villaggio di Marcianisci.